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Non era nemmeno il mio tipo. Sentimenti e risentimenti proustiani
Maurizio Ferraris, Università di Torino
«Molto giovane ti chiedi com’è la vita […] per riuscire a capire come funziona questa vita ti appoggi a dei testi […] io ho preso Proust come se fosse un lungo manuale su come vivere».
Se la letteratura è un modo di prefigurare la vita, Proust e la sua opera rappresentano in questo senso per Maurizio Ferraris un incontro decisivo. Ci sono testi e autori in cui cerchiamo, magari in modo insensato e ossessivo, una “previta” una sorta di anticipazione della vita stessa. Ferraris lo ha fatto con À la recherche du temps perdu, che ha letto quando era giovanissimo e riletto poi per sette volte, arrivando al paradosso di trovarla addirittura «insopportabile». Tuttavia la Recherche, con i suoi personaggi e le loro vicende, gli ha insegnato molto. Nel suo libro Imparare a vivere, il filosofo cerca di delineare il processo del vivere, individuandone le tappe principali: imparare, previvere, incontrare, raccontare, rileggere, scrivere, premorire, sopravvivere.
2 maggio 2024 | Sala Azzurra