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Scienze

Che cos'è il cervello?

Per secoli il mistero del cervello ha affascinato studiosi e studiose di scienza e filosofia, da Ippocrate alle odierne neuroscienze. Queste ultime, almeno a partire dagli anni Settanta, sono riuscite a decifrare alcuni meccanismi di funzionamento del cervello, aprendo nuove prospettive di cura per varie malattie neurologiche, e di interpretazione della mente e del comportamento umano. Moltissimo rimane ancora da chiarire ed è ancora difficile quantificare esattamente, in termini percentuali, il nostro grado di conoscenza di questo organo.
Da qualche decennio, però, sul cervello si è aperta una finestra: anzi, più di una. Tecniche raffinate – sia chimiche sia genetiche – permettono ora di visualizzare l’attività dei neuroni, le cellule specializzate attraverso le quali si svolge la nostra attività cerebrale. I neuroni si uniscono tra di loro a formare le sinapsi: l’informazione viaggia da un neurone all’altro attraverso un lungo neurite detto assone. Il corpo cellulare del neurone è circondato dai dendriti (termine derivato dalla botanica) che hanno il compito di collegarsi coll’assone del neurone trasmettitore per ricevere l’informazione. Gli studi sullo sviluppo cerebrale, e in generale l’approccio neuroscientifico al cervello (interdisciplinare per vocazione), permettono non solo di studiarne le anomalie in vista di una loro cura, ma anche di gettare nuova luce sulle dinamiche dell’apprendimento. Appaiono perciò importantissime le prime fasi dello sviluppo dei bambini e delle bambine, in cui le reti neuronali si accrescono con straordinaria plasticità. Complessità sembra essere dunque la parola chiave per comprendere il cervello, organo composito in cui si attua un difficile equilibrio tra integrazione e separazione delle sue parti e delle sue funzioni. Questa complessità pare essere governata in larga parte dal gioco dei geni. Le nuove tecniche di studio del cervello consentono anche di capire meglio il legame fra disfunzioni genetiche e malattie quali l’autismo, la schizofrenia, la depressione e la sindrome di Rett, una grave malattia – simile all’autismo – legata a una mutazione del gene MeCP2.